martedì 30 aprile 2013

SFRUTTAMENTO DEL LAVORO DELOCALIZZATO. STRAGE IN BANGLADESH. MARCO QUARANTELLI, Bangladesh, strage di lavoratori tessili. E le foto “accusano” Benetton, IL FATTO, 30 aprile 2013


Una camicia di colore scuro, sporca di polvere, fotografata tra le macerie. Sul tessuto, l’etichetta verde acceso, inconfondibile: “United Colors of Benetton“, recita la scritta. Dalle macerie del Rana Plaza, il palazzo di otto piani alla periferia di Dacca, in Bangladesh, che lo scorso mercoledì si è sbriciolato uccidendo almeno 381 operai, cominciano ad affiorare le prime verità. Le fabbriche tessili che avevano sede nel palazzo, e i cui dipendenti lavoravano in assenza delle più elementari condizioni di sicurezza, producevano capi di abbigliamento per conto di multinazionali occidentali, tra cui a quanto pare Benetton. L’azienda veneta aveva in un primo primo momento negato legami con i laboratori venuti giù nel crollo, ma lunedì, dopo la pubblicazione delle foto, su Twitter è arrivata una prima ammissione: “Il Gruppo Benetton intende chiarire che nessuna delle società coinvolte è fornitrice di Benetton Group o uno qualsiasi dei suoi marchi. Oltre a ciò, un ordine è stato completato e spedito da uno dei produttori coinvolti diverse settimane prima dell’incidente. Da allora, questo subappaltatore è stato rimosso dalla nostra lista dei fornitori“.


'United Colors of Benetton' clothes found at site of building collapse in Bangladesh

  • Shirts with United Colors of Benetton labels seen in the rubble
  • AFP have seen orders from UCB to suppliers at the plaza
  • Company deny their suppliers were involved in the tragedy 
  • from HERALD SUN 28 aprile 2013

domenica 28 aprile 2013

PROVVEDIMENTI ECONOMICI DEL NUOVO GOVERNO: DA DESTRA...POLITICHE DI SINISTRA. FRANCESCO FORTE, Investire nelle grandi opere unica ricetta per il rilancio, IL GIORNALE, 28 aprile 2013

Questo è il momento buono per rilanciare le infrastrutture e il credito agevolato per gli investimenti. Però c'è un ingorgo. Da un lato, come ha rilevato Nicola Porro ieri, l'onda di piena della liquidità mondiale sta inondano i mercati, a causa della espansione monetaria del Giappone e degli Usa.

venerdì 26 aprile 2013

CAPITALISMO DELOCALIZZATO E SFRUTTAMENTO: 300 MORTI A DACCA. REDAZIONE, Bangladesh, operai in piazza chiedono giustizia, IL CORRIERE DELLA SERA, 26 aprile 2013


La rivolta dopo il crollo di Dacca: «A morte i responsabili» «Almeno 300-400 persone sotto le macerie, alcune ancora vive»

Un bilancio, ancora provvisorio, di più di 300 morti, 62 persone tratte in salvo, più di mille feriti e un numero imprecisato - tra 300 e 400 secondo le ultime stime dei soccorritori - di persone sotto le macerie dell'edifico crollato mercoledì a Dacca, in Bangladesh. Alcune di queste, ha detto un responsabile dei vigili del fuoco «sono ancora vive. Speriamo di riuscire a salvarle».


lunedì 22 aprile 2013

CONSUMISMI AL FEMMINILE. SERENA TIBALDI, Se lo shopping è uno spreco, DMODA LA REPUBBLICA

Un'inchiesta del Wall Street Journal rivela che le americane indossano regolarmente solo il 20% degli abiti che possiedono. Il fenomeno con gli anni si è fatto sempre più massiccio, e risolverlo non è così semplice. E voi quali capi non avete mai indossato? Mandateci le loro foto alla mail redazione@d.repubblica.it scrivendo "Il mio armadio" e raccontandoci perché li avete comprati

TECNICA E DISOCCUPAZIONE. VERSO LA CIVILTA' DEL DOPOLAVORO, di M. Gaggi, LA LETTURA


Forse Marc Andreessen esagera o è addirittura fuori strada quando sentenzia che in futuro ci saranno solo due tipi di posti di lavoro: quelli in cui dici al computer cosa fare e quelli nei quali è un computer a dirti quello che devi fare. Con il corollario inquietante della scomparsa del ceto medio che, già messo alle corde dagli effetti della globalizzazione (concorrenza del lavoro dei Paesi emergenti che ha proletarizzato la middle class), verrebbe definitivamente spazzato via dalla rivoluzione tecnologica che polarizza ulteriormente i redditi: da un lato gli esecutori, dall’altro quella che Richard Florida ha definito la «classe creativa». Che, però, nei dieci anni trascorsi dalla pubblicazione del saggio del celebre sociologo americano, ha cominciato a restringersi manmano che l’«intelligenza artificiale» delle macchine ha imparato a sostituire mestieri sempre più sofisticati.

sabato 20 aprile 2013

SOCIOLOGIA ED ECONOMIA. MAURO MAGATTI, Una bussola europea per la crescita, IL CORRIERE DELLA SERA, 18 aprile 2013


Membro della Ue e parte dell'area euro, l'Italia è, oggi, un Paese a sovranità limitata. Dico questo non per sottolineare un aspetto negativo, ma semplicemente per ribadire i termini entro i quali il sistema politico nazionale si trova oggi a operare. Ricordiamo brevemente cosa c'è alle nostre spalle. Nel novembre 2011 - un tempo che sembra lontanissimo - dietro forti sollecitazioni internazionali ha visto la luce il governo tecnico. In Europa - e non solo - si era molto preoccupati circa gli esiti della crisi. Per questo, era necessario mettere in sicurezza il caso Italia.

giovedì 18 aprile 2013

CAPITALISMO MALAVITOSO. FABRIZIO GATTI, 'Giornalista io ti ammazzo', L'ESPRESSO, 18 aprile 2013


Il vicepresidente della Confindustria di Monza. Intervistato sui suoi rapporti d'affari con un sindaco della Lega e la camorra. A un certo punto minaccia e sequestra per un'ora il nostro inviato. Ecco il video
http://espresso.repubblica.it/dettaglio/giornalista-io-ti-ammazzo/2204978?ref=HREC2-5



mercoledì 17 aprile 2013

PARADISI FISCALI, CRAXI E BERLUSCONI ALL'OPERA. GILIOLI A., Bettino e Silvio, i nostri soldi, Antigua, L'ESPRESSO, 19 ottobre 2010


Lorenzo Campani aggiunge qualche impressionante e documentato tassello alla vicenda dei rapporti tra il governo italiano e quello di Antigua, da Bettino al Cavaliere, chiudendo il cerchio aperto da Report.
In sintesi, «nel 1984 il governo presieduto da Craxi decide di finanziare con soldi pubblici la costruzione di resort e strutture di lusso nei Caraibi. (…) Vent’anni dopo, il governo presieduto da Berlusconi cancella il 90 per cento del prestito e degli interessi maturati (pari a circa 160 milioni di euro) accontentandosi di un “pagherò” di 14 milioni di euro».


RICCHI ITALIANI ALLE ANTILLE. GIORGIO RUFFOLO, Una vergogna chiamata off-shore, L'ESPRESSO, 8 novembre 2010

I am lost in paradise, cantava nostalgicamente Johanna Wang in una canzone divenuta famosa: mi sono smarrita in paradiso. Suggerirei ai governi di adottarla all'apertura del prossimo G20, quando si tratterà di affrontare il tormentato problema dei paradisi fiscali.
Da quando il mondo è stato scosso dalla più violenta crisi economica degli ultimi ottant'anni si susseguono le lamentazioni e le indignazioni sul ruolo che nella crisi hanno svolto i circa 50 paradisi fiscali (anche il loro numero è controverso) esistenti nel mondo, i quali - cito da una recente risoluzione del Parlamento europeo - "incitano a praticare l'evasione fiscale, la frode fiscale e la fuga dei capitali".

RICCHI ITALIANI ALLE ANTILLE. Vittorio Malagutti, Leo Sisti e Michele Sasso, I nababbi coi soldi alle Antille, L'ESPRESSO, 11 aprile 2013







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SECONDA PUNTATA
C'è il capitano d'industria e l'ex pilota diventato (senza gran fortuna) il patron di una compagnia aerea. E poi il guru del fisco insieme agli eredi di un celebre archistar. Storici produttori cinematografici e gli ultimi padroni di Postalmarket. Tutti a caccia di affari, ma dietro lo schermo di società con base nelle Antille o in Polinesia. Il catalogo degli italiani offshore, anonimi frequentatori di trust e riservatissime holding, promette molte sorprese. Eccoli, allora, i nomi. Un primo elenco che "l'Espresso" ha rintracciato tra gli oltre 200 nostri connazionali citati nel gigantesco archivio svelato grazie al lavoro dell'International Consortium of Investigative Journalists. Va precisato che non è di per sé un reato controllare società in paradisi offshore come le isole Cook o le British Virgin Islands. Entrambi questi staterelli sono però inseriti nella black list dell'Agenzia delle Entrate, cioè a forte sospetto di evasione fiscale per i contribuenti che si rifugiano da quelle parti.

CRISI DEL CEMENTO. ITALCEMENTI DELOCALIZZA. PA. PIC., Italcementi dimezza gli stabilimenti in Italia, IL CORRIERE DELLA SERA, 17 aprile 2013

Pesante riduzione dell'attività italiana per Italcementi che intende dimezzare gli stabilimenti nel nostro paese da 17 a 8 siti. A dare l'annuncio il direttore generale Giovanni Battista Ferrario all'assemblea degli azionisti a Bergamo. Il gruppo del cemento che fa capo alla famiglia Pesenti per il 2013 punta ai Paesi emergenti, come Thailandia, India, Marocco. Le attività negli Usa, ha detto Ferrario, registrano una «partenza buona» nel 2013.

lunedì 15 aprile 2013

CONFORMISMO, ANTICONFORMISMO, ETICA ED ECONOMIA. ELIO MATASSI, Da Keynes a Smith, il trionfo del conformismo e la ricerca dell’equità, IL FATTO, 15 aprile 2013


Nell’introduzione a un bel libro, Noi siamo la rivoluzione. Storie di uomini e donne che sfidano il loro tempo, l’autore, Federico Fubini, parla della parabola di Keynes. Nel periodo della Grande Depressione negli anni Trenta il grande economista entra nel merito della “tirannia della preferenza media” attraverso una pagina di giornale che aveva trovato da qualche parte. Si trattava di un avviso per un concorso di bellezza, ma la scelta delle sei più belle – questa è la logica che regola il paradosso del conformismo – avrebbe dovuto, in realtà, sintonizzarsi sul responso della maggioranza. Non è questione di scegliere i volti che, in merito al proprio giudizio, vengano ritenuti i più gradevoli, ma quelli che l’opinione media ritiene tali. Osservò, in proposito, con finezza il grande economista di Cambridge: “Siamo arrivati al terzo grado, in cui consacriamo le nostre intelligenze ad anticipare ciò che l’opinione media si aspetta che l’opinione media sia”. Questa legge che sancisce il trionfo del conformismo può essere estesa analogicamente ai mercati finanziari, in modo particolare in un momento di crisi epocale come quello vissuto negli anni Trenta e in quello che stiamo vivendo nella nostra contemporaneità.

domenica 14 aprile 2013

DISEGUAGLIANZA OGGI. I LIBRI DI BAUMAN E STIGLITZ. B. VECCHI, L'amara libertà di essere diseguali, IL MANIFESTO, 9 aprile 2013


Nei recenti libri di Joseph Stiglitz e Zygmunt Bauman, la crescita della differenze sociali e di reddito è figlia dell'austerità. Come illustra in un suo saggio, la filosofa Ilaria Possenti ne evidenzia il nesso con una intermittenza nel mercato del lavoro