domenica 17 novembre 2013

TERRITORI E CAMPAGNE IN MANO DI IMPRENDITORI ESTERI. SPECIE IN TOSCANA. Primo rapporto “Terre d’Italia in mani straniere”: Toscana la più attrattiva, STAMP TOSCANA, 15 novembre 2013

Roma - I terreni agricoli sono diventati la banca di svizzeri, tedeschi e francesi. Dopo i grandi marchi del Made in Italy, gli stranieri sono ora ad assaltare le campagne italiane con un aumento dell’11% delle aziende agricole passate in mani estere, durante gli anni della crisi, ed oggi si conta un totale record di 17.286 imprenditori agricoli stranieri: in Toscana 2.392, in Sicilia 2.206, in Veneto 1.235, in Lazio 1.215, in Campania 1.199, in Piemonte 1.049, in Emilia-Romagna 1.000, in Puglia 940, in Lombardia 824, in Abruzzo 805, in Umbria 720, in Friuli-Venezia Giulia 673, nelle Marche 584, in Calabria 555, in Sardegna 531, in Trentino-Alto Adige 437, in Liguria 370, in Molise 261,  in Basilicata 260, in Valle d’Aosta in 30. Tra i primi 10 "paesi più attratti": Svizzera, Germania, Francia e Romania.



E’ quanto emerge da un'analisi della Coldiretti, sulla base dei dati Inea-Infocamere rispetto all’inizio crisi nel 2007, divulgata in occasione dell’Assemblea elettiva, dalla quale emerge che l’agricoltura è il settore che è stato più in grado di attirare gli stranieri in netta controtendenza all’andamento generale. Gli investimenti nelle aziende agricole - sostiene la Coldiretti - non sono infatti delocalizzabili e le opportunità di sviluppo che possono creare sono legate ai territori italiani, a differenza di quanto accade per le altre attività economiche, dove spesso al passaggio di proprietà ha fatto seguito la chiusura degli stabilimenti ed il loro trasferimento fuori dai confini nazionali”.

La maggioranza delle aziende agricole acquisite dagli stranieri - precisa la Coldiretti - si trova in Toscana (14% ), il 13%in Sicilia, il 7% sia in Veneto, che nel Lazio e Campania. Ed è proprio nelle campagne toscane che quest’anno un imprenditore cinese della farmaceutica di Hong Kong, ha acquistato per la prima volta un’azienda vitivinicola agricola nel Chianti, terra simbolo della Toscana per la produzione di vino: l’azienda agricola Casanova - La Ripintura, a Greve in Chianti, nel cuore della Docg del Gallo Nero.

Gli stranieri investono nell’agroalimentare Made in Italy perché gli ottimi risultati fatti segnare sul mercato estero, grazie all’immagine conquistata nel tempo, dimostrano che nel settore, anche se non c’è ancora il giusto reddito, c’è una prospettiva di futuro che non viene adeguatamente riconosciuta in Italia dove troppo spesso - sostiene la Coldiretti - si preferisce guardare al contingente e non al modello di sviluppo sul quale puntare per far crescere il Paese e cioè le leve uniche ed inimitabili di distintività come il cibo, il territorio, la tradizione, la cultura e il paesaggio.
In coincidenza con la più grave crisi economica degli ultimi decenni, l’agricoltura - sottolinea la Coldiretti - ha fatto segnare il record negli investimenti stranieri per la grande attrattività che esercita all’estero. I terreni agricoli della penisola sono praticamente diventati la “banca” degli svizzeri che - sottolinea la Coldiretti - con il 16 per cento del totale delle proprietà agricole sono la nazionalità piu’ rappresentata tra gli imprenditori agricoli stranieri presenti in Italia, proprio mentre gli italiani sono tentati dall’esportare i propri capitali per metterli in sicurezza. Sul podio degli investitori stranieri - continua la Coldiretti - ci sono a seguire i tedeschi (15 per cento) ed i francesi (8 per cento) che apprezzano il potenziale economico del Made in Italy agroalimentare, ma anche la qualità della vita delle campagne nazionali. Forte la presenza anche di rumeni, (5 per cento), statunitensi (4 per cento), inglesi (4 per cento) e belgi (3 per cento). Gli imprenditori agricoli stranieri non provengono pero’ solo da economie forti, ma a scegliere il Belpaese sono soprattutto i giovani, con quasi due investitori su tre (61 per cento) che – precisa la Coldiretti - hanno meno di 50 anni.

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