domenica 20 novembre 2016

ECONOMIA E SCHIAVITU'. A. ACQUARO, Hong Kong, migliaia di colf-schiave: lavorano per 17 ore senza sicurezza e garanzie, LA REPUBBLICA, 19 novembre 2016

PECHINO - La ragazza appesa al 15esimo piano è l'ultima fotografia della vergogna di Hong Kong. Costretta a lavare i vetri senza nessun tipo di sicurezza. La finestra davanti a sé è chiusa. Alle sue spalle, il vuoto. Non c'è un supporto, non c'è una intelaiatura.



Ma la ragazza non è sola. Sono oltre 300.000 le schiave di Hong Kong: costrette a lavorare senza legge né protezione. Il loro caso sta finalmente smuovendo le coscienze dell'ex colonia: troppo poco però. Ci sono voluti uno, due, tre morti negli ultimi mesi perché qualcosa accadesse: un bando che finalmente proibisce ai datori di lavoro di impiegare le domestiche nella pulizia dei vetri dei grattacieli a meno che le condizioni di sicurezza non siano garantite. Ma a parte il fatto che è dovuto intervenire il governo filippino per chiedere di fermare la strage, adesso gli attivisti giurano che è poco più che una farsa.

Intanto non entrerà in vigore prima dell'anno prossimo. E poi non prevede alcun tipo di incriminazione per i datori di lavoro che contravverranno alle norme. Certo sollecita una serie di misure. Richiede che per la pulizia dei vetri gli edifici siano in qualche modo messi in sicurezza. Ma gli esperti calcolano che ci vorranno almeno due anni per espletare i lavori e attuare le normative. E nel frattempo chi metterà in sicurezza le centinaia di migliaia di schiave in arrivo soprattutto dalle Filippine e dall'ancora più povera Indonesia?

"Non è una legge: è un cerotto" denuncia Puja Kapai, direttore della facoltà di diritto comparato dell'Università di Hong Kong. Il professore è tra gli intellettuali mobilitati dal South China Morning Post, il quotidiano che da mesi conduce una campagna di difesa delle colf-schiave. E proprio al giornale si sono rivolti gli attivisti di Helpers for Domestic Helpers chiedendo di pubblicare la fotografia della ragazza al 15mo piano.

Il suo autore non entrerà, almeno per adesso, nel Pantheon del fotogiornalismo: ha così paura della lobby dei proprietari che preferisce restare anonimo. Ma quanti bravi cronisti come lui ci vorrebbero per scoprire tutte le vessazioni che le schiave sono costrette a subire?

La richiesta di domestiche filippine a Hong Kong e in tutta la Cina è incredibilmente aumentata negli ultimi anni con l'emergere di una classe media e alta sempre più ricca. Fino ad allora i lavori più umili erano affidati alle ragazze e alle donne che arrivavano dalle campagne più remote. Le 'sciure' di qui, però, oggi preferiscono le straniere. Prima di tutto perché costano meno E non sono sottoposte alle rigidissime normative cinesi. E poi perché sono obiettivamente più brave.

La soluzione sarebbe semplice: pagarle il giusto, rispettare il loro lavoro, evitare ogni inutile sfruttamento. Invece sempre i ragazzi di Helpers For Domestic Helpers, nella loro missione di aiutare le aiutanti domestiche, hanno stilato un dossier che a leggerlo è
agghiacciante. Fino a 17 ore di lavoro al giorno. Oltre alle richieste più impensabili: compresa quella di richiedere alle dipendenti di lavorare gratis per gli amici.

Riuscirà l'immagine di una ragazza appesa al 15mo piano a cancellare questa vergogna senza fine?

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